lunedì 22 febbraio 2010

Una barca nel bosco



Una barca nel bosco parla di un ragazzo, Gaspare Torrente che con la sua mamma si trasferisce da una non meglio indicata isola siciliana a Torino. La madre di questo ragazzo avvia nella città piemontese una piccola gastronomia, mentre il padre è pescatore. Entrambi abbracciano una vita di “sacrifici” per consentire all’unico figlio di diplomarsi. La barca nel bosco è proprio Gaspare, spaesato e sconcertato dalla vita di città, completamente fuori luogo come potrebbe essere una barca abbandonata nel fitto di un bosco.


Althea Stasolla

6 commenti:

  1. "omunque, non so se a qualcuno è mai successo di vederle, ma due scarpe su una tavola apparecchiata non sono un bel vedere, anzi, sono proprio un brutto vedere."

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  2. "Ma poi non ce la faccio, oggi la metto, mi sento il padrone del mondo e credo che non me la toglierò mai più.."

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  3. Qualcuno di voi si è mai sentito "una barca nel bosco"? Io si, spessissimo...

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  4. ( Compito per casa: ti senti una barca nel bosco o un riccio elegante? )

    Non voglio soffermarmi troppo sull'eleganza del riccio. Forse c'è qualcosa che mi assomiglia anche verso quel punto di vista, ma ciò che mi sento di più di raccontare è la somiglianza almeno di ambiente, di situazioni che c'è fra me e il protagonista della Barca nel bosco.
    Tante volte mi sono chiesta < perchè sono nata in quest'epoca?> < perchè non sono come tutti gli altri se devo vivere nel 2010?>. Quanto vorrei vivere in altri tempi. Dove le persone avevano ancora degli ideali da seguire, come anche il rispetto, l'onore e l'orgoglio. Ma c'è sempre qualcosa che non mi piace di tutti i periodi storici in cui vorrei aver vissuto come all'epoca dell'antica roma, o del medioevo o al tempo del settecento. Non si tratta certo delle scomodità di quei tempi, no a quello chiunque ci si abitua, basta nascere lì...se ci andassi adesso è ovvio che abituata a molti confort, rimarrei spiazzata a non averne nessuno.
    No, c'è un altra cosa che mi fa passare totalmente la voglia di andare indietro nel tempo: la libertà della donna. Se fossi un uomo, non avrei problemi, anzi potrebbe anche giovarmi avere un ritorno nel passato...ma la donna...per lei è tutto diverso. Odio essere trattata come se fossi un animale, o o un oggetto utilizzato solo per la procreazione e per tenere in ordine a casa. Odio non avere il permesso di aprirmi e di lavorare come fa l'uomo. Tutto questo mi riporta alla realtà e mi toglie il desiderio di vivere in quei secoli.
    Tornando più precisamente al tema del libro, Una barca nel bosco, possiamo prendere i ragazzi per esempio. Tasto molto dolente di questa società che sta andando sempre più nello sfascio totale. Come già detto non c'è rispetto...non ci sono più gli ideali di un tempo, tutto è permesso, non si teme più Dio e neanche la giustizia, per le uccisioni ingiustificate per una piccola sciocchezza o i massaccri...sono sempre più frequenti. Episodi di bullismo persino verso le insegnanti, ma stiamo scherzando? Dov'è finito il rispetto che si portava per persone più grandi e più esperte di noi?
    Prima, chi studiava veniva lodato, invidiato dagli stessi compagni di scuola. Era per loro come un esempio, una spinta a migliorarsi per superare tizio o caio che aveva magari la media più alta della propria. Ora, invece, tutto è l'opposto. Per comunicare, far parte di qualche comitiva e così via bisogna essere come tutti gli altri. Non solo delle fotocopie identiche, ma soprattutto...sporche e ignoranti. Mi chiedo come sia potuto succedere che vada di moda l'andare male a scuola. Perchè se qualche ragazzo ha dei bei voti non deve essere calcolato dagli altri? O perchè deve avere per forza quella scarpa firmata o quel telefonino costoso?
    Questa è la conseguenza del lavaggio del cervello che abbiamo permesso ci facesse la tivù.

    Io mi sento come quella barca...quasi fossi un albero all'interno di un immenso deserto pieno solo di sabbia. Ma non dico questo perchè mi reputo superiore agli altri, tutt'altro...ma perch+ mi sento DIVERSA dagli altri. Ho un mio modo di pensare, di fare e di credere. A differenza del protagonista del libro, io non cerco più come facevo quando ero alle medie, di entrare in queste comitive di ragazzi o di avere amicizie importanti. Perch+ ho capito che è stupido...devo essere e stessa. Quando farò grande molto probabilmente farò più io di quella persona che ha passato sempre tutti gli anni a non fare niente, a pensare solo come apparire ai suoi amichetti e a non sfigurare davanti a loro.
    W' anche vero che per fare questo ci vuole molta autostima. Non è facile trovarla ma a volte basta il sostegno di qualcuno più grande che ti dia il coraggio di andare avanti e di credere in se stessi. Perchè bisogna evitare in tutti i modi di essere travolti da quelle tempeste di sabbia e diventare anche noi un semplice...comune...granellino di sabbia.

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  5. Al giorno d'oggi ci sono molti ragazzini che vengono isolati perchè non sono uguali agli altri e nonè certo una cosa bella, poichè noi tutti dovremmo essere giudicati e aprezzati per ciò che siamo dentro, non per quello che indossiamo..

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