venerdì 23 aprile 2010

Una scrittrice tra noi


Rita D'Onghia, appassionata lettrice, ci regala alcune pagine del suo primo lavoro:

" Per secoli il lupo è stato considerato un animale cattivo, un nemico da eliminare appena avvistato dagli uomini. Le ragioni sono tante, a volte giustificate, perchè i poveri pastori non possono permettere che qualcuno uccida le loro pecore, ma i mezzi con i quali hanno "risolto" il problema non potranno mai essere chiamati giusti. Altre volte, invece, si cerca un falso pretesto per poter dare inizio alla caccia al lupo, solo per poterne ricavare la pelliccia o mostrare il corpo dell'animale agli altri uomini, quasi un trofeo fatto di carne ed ossa.
Per questo motivo il lupo è stato costretto a scappare dai territori europei, come in Germania dove è stato completamente sterminato, oppure come nel parco di Yellowstone dove addirittura li hanno portati all'estinzione.
Ma dopo tanti anni, pare che l'animale cattivo sia tornato, avanzando con passi lenti ma costanti, cercando di riprendersi i propri territori dove poter vivere con il proprio branco e magari anche con gli umani. Infatti è dimostrato che un lupo scappi se incontra per la sua strada un uomo, abituato a temerlo e a starsene alla larga per non incorrere in guai molto seri. E' anche per il proprio istinto di sopravvivenza che spinge il lupo a evitare battaglie inutili dedicandosi piuttosto alle sue vere prede che non sono gli umani, bensì gli animali di cui l'uomo stesso si ciba cacciando.
Gli uomini, purtroppo, convinti di essere dotati di un quosiente intellettivo superiore, hanno la continua ossessione di voler addomesticare e dormire ogni essere della terra. Ma se davvero utilizzassero il loro grande vantaggio sugli animali, capirebbero a pieno di commettere un errore nei loro modi di fare. Non è un caso se il miglior amico dell'uomo sia un cane, fedele al padrone, addomestica e da compagnia. Un lupo non potrà mai esserlo veramente. E' un animale selvaggio e come tale deve rimanere. Nessuno può distruggere la sua natura e pensare di poter trarre rivincita dall'annientare una creatura tanto libera e indomabile.
E adesso sembra ritornato persino in Italia, nella Valle d'Aosta, una regione famosa anche per i suoi paesaggi naturali, per le sue foreste e per lo sport invernale.
Proprio in una di quelle foreste, poco distanti dalle piste di scii e da villaggi abitati, vivevano dei branchi, di cui il più numeroso era quello dell'Artiglio, composto da sette lupi.
Non era una giornata come tutte le altre, qualcosa di importante stava accadendo nel branco dell'Artiglio, uno dei pochi che ancora riusciva a sopravvivere al grande inverno che colpiva le Alpi.
Tutti i componenti del branco erano riuniti intorno a Diana, primo fra questi il suo compagno, Rowun, che non le staccava mai gli occhi di dosso in attesa di veder uscire dal corpo della sua femmina le sue creature, i suoi cuccioli, che avrebbero mantenuto il branco numeroso, garantendone la sopravvivenza.
Quando finalmente il momento giunse, tutti tacquero lasciando abbastanza spazio alla femmina alfa e ai suoi cuccioli appena nati. Erano tre in tutto. Piccoli batuffolini di pelo marroncino tutti rannicchiati vicino al grembo caldo e rassicurante della loro madre, con occhietti chiusi per via della loro cecità e il piccolo tartufo nero all'insù, troppo curiosi per impedire al loro olfatto di percepire tutti gli odori che li circondavano.
C'era però qualcuno che preferiva tenere tutta la testa contro il dorso dell'altro fratello o sorella, nascondendosi come intimorito.
Distesa sul fianco sinistro, con le zampe anteriori ben distanziate da quelle posteriori per dar spazio ai suoi tre cuccioli, Diana era affaticata dal lungo sforzo subito durante il parto, ma il muso mostrava che era molto contenta e orgogliosa di aver messo alla luce cuccioli così sani. Come lo era Rowun che se ne stava ben dritto sulle quattro zampe, vicino alla sua compagna giudicando con occhio critico le condizioni dei suoi cuccioli che sembravano essere forti e in ottima forma. Di lì a qualche settimana avrebbe deciso se ammetterli tutti o meno nel branco, secondo un rito in cui lui attribuiva un nome che aveva scelto alla cucciola o cucciolo che si fosse dimostrato forte abbastanza da meritarsi la possibilità di crescere nel branco degli Artigli."

4 commenti:

  1. Davvero Bravissima Complimenti...!!!!

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  2. Brava Rita, sono proprio contenta per questo tuo lavoro.
    Coltiva sempre i tuoi interessi e le tue passioni, anche quando sembrano condurti "lontano"!

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  3. sei veramente brava complimenti.....!!!

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  4. Svevo diceva: "solo nella penna c'è la salvezza"! Con questo motto voglio esprimerti la sorpresa e l'entusiasmo per la tua scelta. E' raro che una studentessa trovi il tempo per la scrittura, in un mondo in cui di tempo ce n'è sempre meno o così ci pare che sia.

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